mercoledì 2 aprile 2014

IGBA 2014: intervista a Francesco Sansone

IGBA 2014

glogger


Dopo le interviste, in rigoroso ordine di schermata, a Gayburg e Jimi Paradise, eccoci a scambiare quattro chiacchiere con Francesco Sansone, vincitore nella categoria LIBRI col suo blog!


D. Ciao Francesco, il tuo blog Il mondo espanso dei romanzi gay è stato eletto, per il secondo anno consecutivo, il miglior blog di libri tramite l’Italian Gay Blogger Awards. Te lo aspettavi? Sei contento?
R. Sì, molto contento. Non me lo aspettavo di vincere anche quest’anno, ma sono contento. In gara c’erano diversi blog, alcuni li leggo con assiduità e li apprezzo moltissimo, e non credevo che la gente avrebbe scelto di premiare il mio lavoro per la seconda volta consecutiva; questo vuol dire che quello che faccio non è importante solo per me, quindi grazie ancora a tutti quelli che hanno scelto di votare Il mondo espanso dei romanzi gay.
Parlare di libri non è mai facile, soprattutto su internet. Il web impone una velocità non indifferente, se scrivi un post che supera i 3 minuti di attenzione, lo leggono in pochi - è triste, ma è così -. Concentrare la propria opinione su di un libro in un testo “rapido” è arduo, ma non impossibile, anzi stimola a ricercare nuovi linguaggi e nuovi strumenti per far arrivare il libro e l’autore, i veri protagonisti del blog, al lettore. 

D. Come scegli gli argomenti, i libri, i personaggi di cui parlare?
R. I libri di cui parlo sono solo quelli che ho letto e che mi sono piaciuti. Non mi piace presentare un libro che non mi è entrato dentro solo per dirne cattiverie. Preferisco non parlarne affatto per non “influenzare negativamente” un possibile lettore dell’opera. 
Parto dalla concezione che, il libro, in quanto opera d’arte, può piacere ad alcuni e ad altri no. Esprimersi sfavorevolmente significherebbe peccare di presunzione e credersi al di sopra di tutto e di tutti. Io non sono così. So quanto tempo ci vuole per realizzare un romanzo, quanto ore passate al computer per scriverlo, leggerlo, correggerlo e rileggerlo ancora e ancora fino a quando non si pensa di aver raggiunto un buon risultato. So anche quanto è difficile bussare alla porta di qualcuno chiedendo un parere su quello che si è creato. Alcuni manco rispondono, altri danno risposta solo per poterti poi distruggere on line, altri, invece, rispondono garantendo la serietà e il rispetto che una persona merita. Quest’ultimi sono pochi, ma per fortuna ci sono.

D. Hai mai avuto problemi o critiche pesanti in merito?
R. Questo mio modo di fare, negli anni, mi ha portato a ricevere una sola critica, ossia quella di essere troppo buono nelle mie recensioni. Ma non è così. Se si leggono le schede dei libri, si nota quali romanzi ho apprezzato maggiormente e quali meno, anche senza l’inserimento di cattiverie/stroncature. 
Come ti dicevo sopra, sul blog finiscono solo i libri che mi sono piaciuti, ma quelli che leggo durante la settimana sono tanti. Ricevo diverse richieste di recensioni e gli autori che arrivano on line sono solo una piccola parte. Preferisco essere franco con chi mi contatta e se un romanzo non mi è piaciuto rispondo che non ne parlerò perché non riuscirei a farlo come l’autore e/o la casa editrice, si aspettano. Il rispetto prima di tutto.
In giro vedo troppi guri della letteratura che si credono in diritto di pubblicare peste e corna solo perché essere acidi fa chic, dimenticando che “fare la critica” non significa distruggere il lavoro, e tutto quello che c’è dietro, di un autore.

D. Quando hai capito che stavi percorrendo la strada giusta e cosa ti ha spinto?
R. Ancora non l’ho capito e spero di non comprenderlo mai perché se così fosse, forse, smetterei di mettermi in gioco e di sviluppare nuove idee. Sicuramente un passo significativo è stato aver iniziato a intervistare gli scrittori. Il primo è stato Paolo Vanacore, seguito da Fabio Casadei Turroni. Poi sono arrivati Luigi Romolo Carrino, Marino Buzzi, Roberto Fustini, Stefano Paolo Giussani e molti altri. Tuttavia posso ritenermi soddisfatto per l’essere stato il blogger che ha intervistato, per la prima volta in Italia, la scrittrice giapponese Enuki Kaori e il fumettista brasiliano Adao Iturrusgarai, e uno dei primi a intervistare la scrittrice francese Anne Percin. 
Le interviste mi permettono di conoscere meglio gli autori, ma anche le loro opere, e poi saziano lamia curiosità. Quando un libro mi piace, voglio saperne sempre di più. Un malato, vero? (ride n.d.b).

D. Che progetti hai per il futuro? Credi che i premi possano aiutare?
R. Non lo so… di certo voglio continuare a fare blogging. Mi piace. Mi permette di mettermi in gioco, di studiare nuovi linguaggi, di entrare in contatto con personaggi incredibili e apprezzarli ancora di più. 
Mi piace l’idea di contribuire a formare un bagaglio culturale e credo questo dipenda dalla mia indole d’insegnate. Dato che a scuola, forse, non ci entrerò mai, così riesco a colmare la mia voglia di trasmettere ciò che so agli altri, soprattutto se questi sono giovani.
Per quanto riguarda i premi, credo in essi, ma solo se sviluppati come è quello che io e te portiamo avanti da due anni. 
Un premio non deve far altro che fare arrivare il lavoro che viene svolto ai più. Non credo a quelli che dicono che si scrive solo per se stessi. Questo discorso vale se lo si fa in privato, non sul web. Chi decide di pubblicare on line è perché vuole confrontarsi con le opinioni altrui. Diversamente non lo farebbe. Sperare che quello che si posta arrivi agli occhi di tutti è legittimo e se i premi ne danno la possibilità, ben venga. Poi ognuno può dire quello che vuole, ma la verità, senza ipocrisie, è questa.

D. Consigli per chi vuole buttarsi nella carriera che vuole e fare da solo?
R. Di scrivere quello che si pensa, senza pensare alle visite che si possono ricevere. Se si ha qualcosa da dire i contatti arriveranno. Non si deve cercare di imitare qualcuno, perché quel qualcuno già c’è. Bisogna essere originali, insomma essere se stessi. Purtroppo si è persa l’abitudine di scrivere per il giusto gusto di condividere le proprie idee, dando più importanza alla risonanza che un argomento potrebbe avere fra i lettori. Non è questo il modo giusto. Magari all’inizio arriveranno solo 4 visite e questo potrebbe scoraggiare – io stesso con Il mondo espanso dei romanzi gay all’inizio non arrivavo nemmeno alle 15 visualizzazioni per post – ma se si crede in quello che si sta tentando di portare avanti, col tempo anche gli altri cominceranno a crederci. Bisogna avere pazienza.

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