Wally Rainbow si è aggiudicato il premio di miglior blog di “Arte e fumetti” all’interno degli Italian Gay Bloggers Awards. Te lo aspettavi?
In realtà non saprei. Da una parte sapevo che il mio blog era l’unico in Italia che offriva un punto di vista gay sul mondo del fumetto italiano e internazionale, con segnalazioni, recensioni e approfondimenti su casi di censura e omofobia che non evidenzia nessuno (e nel fumetto italiano ne succedono tantissimi, purtroppo!)… Dall’altra non sapevo quante possibilità di successo aveva un blog di controinformazione sui fumetti gay presso un pubblico che, magari,ha a un’altra idea di blog “gay”. Quindi mi fa piacere vedere che è stato premiato un blog gay che è un po’ alternativo e senza peli sulla lingua, e che prova a dire le cose come stanno anche quando non sono gradevoli. Se c’è della gente che premia questo tipo di blog vuol dire che c’è ancora voglia di cambiare le cose.
Sul tuo blog si parla di animazione, fumetti, disegni e sempre con un tema preciso per volta. In che base scegli gli argomenti da trattare?
Cerco di fare tre post alla settimana, e anche se a volte mi sembra di rimanere a corto di argomenti all’ultimo momento salta sempre fuori qualcosa. Segno che, forse, l’immaginario pop e il mondo LGBT sono sempre più collegati. In realtà non scelgo gli argomenti: mi guardo attorno, cerco su internet su vari siti di riferimento (in varie lingue) e seleziono le notizie più interessanti man mano che arrivano. Oppure faccio un giro in edicola o in fumetteria, e sfogliando qua e là mi accorgo che ci sono delle cose di cui devo assolutamente parlare (in particolare per quel che riguarda la rappresentazione omofoba e faziosa dei temi LGBT). A volte qualche lettore del mio blog mi segnala delle cose che mi sono sfuggite, e anche questo è un aiuto prezioso, anche perché la situazione italiana è talmente tragica che da solo non riuscirei a notare tutte le cose infelici che vengono pubblicate, e che ultimamente mi spingono a dedicare almeno un post a settimana a qualche caso imbarazzante. E questi scoop, di solito, hanno la precedenza. Nell’ultimo anno, a esempio, sono usciti fumetti in cui Caravaggio e Oscar Wilde sono stati presentati come personaggi eterosessuali, o comunque molto vulnerabili al fascino femminile… E comunque nel nostro paese c’è una regola non scritta secondo cui gli unici gay rappresentabili nei fumetti da edicola sono quelli che confermano stereotipi negativi… Ho persino scovato casi di censure di nudo maschile e di “ritocchi” nei testi, perché erano ritenuti troppo gay friendly. Quest’anno, poi, è capitato che Topolino abbia cambiato una copertina all’ultimo momento dopo che un articolo su IL SOLE24ORE gli rinfacciava che con copertine del genere presto o tardi poteva finire per promuovere la causa gay! Tutte queste cose le ho segnalate solo io, praticamente, e continuo a segnalarle solo io, visto che gli altri spazi che parlano di fumetti preferiscono non suscitare polemiche con gli editori e non vogliono contrariare il loro pubblico bigotto e omofobo. I conflitti di interesse ci sono anche in questo ambiente, e mi piace pensare che con il mio blog posso offrire un punto di vista meno vincolato e più funzionale alla prospettiva LGBT.
Quando hai iniziato quest’avventura sulla rete, immaginavi che il tuo blog sarebbe stato ritenuto dalla gente un punto di riferimento su questi temi?
Effettivamente c’è un piccolo dettaglio da considerare. A partire dal 2001 e fino al 2012 ho avuto una rubrica settimanale di recensioni sui fumetti in un noto sito gay italiano, quindi avevo già iniziato a coltivare un po’ di pubblico. La collaborazione si interruppe proprio perché mi venne chiesto di non parlare più di certe cose, o di parlarne in maniera diversa da come avrei voluto, e da allora il mio blog è diventato ancora più importante – penso – per il pubblico gay e gay friendly degli appassionati di fumetti e derivati, che nel nostro paese sono un po’ alla deriva. In altre nazioni molti siti e magazine gay (come ADVOCATE) danno ampio spazio ai fumetti e all’immaginario POP, e ci sono addirittura diverse associazioni gay per la promozione dei fumetti LGBT e del loro pubblico, che si inseriscono nelle manifestazioni più importanti del settore o ne organizzano di proprie. In Italia al momento non abbiamo niente di simile, quindi credo che sia abbastanza naturale che un blog come il mio finisca per attirare l’attenzione, anche se viene ripreso e segnalato pochissimo sia dai siti gay che da quelli che si occupano di fumetti. Nonostante il rapporto fra temi LGBT e fumetti sia sempre più sentito anche in Italia, e anche se il mio blog ha un trend in crescita nelle classifiche dei blog italiani (http://it.labs.teads.tv/top-blogs/source/lightelf.blogspot.com-3UzI), probabilmente molta gente lo reputa ancora un po’ troppo scomodo e compromettente. La cosa ironica è che di solito quando qualcuno si imbatte nel mio blog tende a non abbandonarlo più, quindi forse il problema non sono io...
Parlando in generale dei blog: Dal 2007, anno in cui hai iniziato, a oggi quanto e come è cambiato il modo con cui la gente si relazione a essi?
Secondo me c’è una rivoluzione in atto. Una volta i blog erano l’alternativa“personale” al classico sito, una specie di diario online, poi sono arrivati i social e i blog hanno dovuto ripensare un po’ alla loro funzione. Adesso un blog può servire soprattutto ad offrire punti di vista personali su argomenti di interesse più generale rispetto alla salute del proprio gatto o ai propri appunti di viaggio… A meno che argomenti apparentemente banali non siano funzionali a mettere in evidenza la professionalità o le capacità di un blogger, come a esempio può avvenire nei casi dei blogger che condividono i loro esperimenti culinari, di quelli che raccontano i loro viaggi tramite foto artistiche, ecc. O ancora nel caso dei blogger opinionisti che risultano particolarmente salaci, ma sempre arrivando a parlare argomenti di interesse generale anche se partono da esperienze personali. Un blog, inoltre, è ancora uno spazio molto funzionale per chi - come me - vuole fare informazione senza filtri e sentendosi libero di esprimere le proprie opinioni. Secondo me per chi si rivolge al pubblico LGBT in un paese come l’Italia i blog sono ancora importantissimi, e probabilmente è per questo che in alcuni casi fanno mangiare la polvere ai siti veri e propri (che a differenza dei blog devono sottostare a diversi vincoli).
Se c’è un elemento che il web chiede a chi ci lavora dentro è quello di restare a passo con i suoi continui cambiamenti. Credi che questo aspetto prima o poi possa portare i blog a non avere più senso di esistere?
Aggiornarsi è importante, ma dovrebbe essere sempre funzionale all’obbiettivo che si vuole raggiungere e non a seguire la moda. A esempio: io sul mio blog parlo di cose di cui nessuno parla, e di cui pochi hanno parlato in passato. La tendenza attuale richiederebbe che io facessi post brevissimi, ma che senso avrebbe se poi risultassero incomprensibili per chi non è super esperto di fumetti? Il mio scopo è di creare un blog accessibile a tutti, quindi preferisco dilungarmi un po’ di più, perché tutti hanno il diritto di comprendere quello che sto dicendo… Per non annoiare ricorro spesso a molte immagini pertinenti all’argomento che tratto, ma qualche volta utilizzo persino primi piani di bambini molto piccoli che fanno delle faccine che sottolineano quello che sto dicendo (esprimendo paura, perplessità, tristezza, ecc.), rendendo la lettura dei miei post più dinamica e divertente anche se la struttura del mio blog è ancora molto classica, e forse anche un po’ datata. Però penso che sia molto funzionale ai miei contenuti, e peraltro molto adatta a leggere i miei post sotto forma di app per smartphone… Quindi chi me lo fa fare di mettere sottosopra tutto per seguire gli ultimi trend in fatto di blog? Secondo me questa continua corsa al rinnovamento sta mettendo in luce il fatto che non è tutto oro quello che luccica, e che forse – di fronte ad un’offerta praticamente illimitata – anche su internet quello che conta non è la forma, ma la sostanza. Forse sbaglio, ma se su internet ci sarà un’estinzione di massa non riguarderà tanto una determinata tipologia di spazio web, che sia blog o altro, ma semmai un certo tipo di approccio, che non è capace di coinvolgere e fidelizzare il pubblico. Finché ci saranno dei blog fatti per bene e capaci di intercettare i gusti di tanta gente non vedo proprio perché dovrebbero scomparire, soprattutto se sono in grado di aggiungere migliorie tecniche di tanto in tanto.
Per concludere, che progetti hai per il blog del futuro?
Sicuramente proseguirò sulla strada percorsa finora, anche perché se ho vinto questo premio un motivo dovrà pur esserci… Dopodiché staremo a vedere: in realtà, anche se sul mio blog parlo soprattutto dei fumetti altrui, io sul web ho iniziato a farmi conoscere proprio grazie ai fumetti gay realizzati da me, e i tempi mi sembrano maturi per riprendere quel discorso…
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